Prima lettera del direttore dell'Istituto Merazzi Valter allo IOM di Roma, in seguito alle lettere di rigetto L'attuale delicata fase del GFLCP mi spinge a richiedere un aggiornamento delle informazioni e una serie di chiarimenti che possono favorire la tutela dei diritti e il difficile compito di informare correttamente. Quanti hanno avuto sinora l'acconto dalla Fondazione ? Documenti Iom redatti in inglese francese e tedesco e distribuiti in Belgio, parlano chiaramente di un tempo di sei mesi per i ricorsi. Lo Iom Italia conferma il tempo di tre mesi come termine per i ricorsi? Come viene motivata questa differenza di trattamento rispetto agli altri paesi? Allo stato attuale lo Iom Italia, conferma la "proiezione" diffusa nel giugno 2002 di duemila possibili richieste risarcibili ? Quante schede personali ha inviato lo Iom Italia alla sede di Ginevra? Esiste una casistica (oltre a quella genericamente riguardante gli Imi
e i Kz riconosciuti dalla legge 791) che permetta di "salvare"
singole posizioni sulla base del riconoscimento di "condizioni di
detenzione particolarmente dure" ?. In parole povere esistono dei
criteri in base a cui determinare queste condizioni ? Lo Iom di Ginevra processa ulteriormente le schede o si limita a inviarle
alla Fondazione? Alla luce della mancata traduzione in italiano del sito web dello Iom, quali altre strategie comunicative sono state messe in campo per coordinare le richieste degli italiani oggi residenti o cittadini di altri paesi ? Che tipo di rapporti sono stati stabiliti con gli archivi tedeschi, con
quali di questi archivi esattamente? E in base a quali forme di convenzione
? Le domande poste sono molte, ma credo che solo informazioni condivise
in modo sollecito permettano di affrontare questa difficile fase. Como 21 ottobre 2002 Valter Merazzi direttore Istituto di Storia Contemporanea "PA.Perretta"- Como Rappresentante italiano del Coordinamento degli Enti, Associazioni, Patronati
per il risarcimento del lavoro coatto nella Germania nazista, presso lo
Iom di Ginevra. |