Comunicato della conferenza stampa di Berlino del 10ottobre 2001

La delegazione del Coordinamento degli enti, associazioni e patronati per il risarcmento delle vittime italiane del nazismo, composta da:
-Prof.ssa Maria Rita Saulle (Ordinario di Diritto internazionale - UniversitaŽ La Sapienza di Roma;
-Prof. Enzo Orlanducci (Coordinatore, Segretario generale dellŽAssociazione Nazionale Reduci Prigionia e Internamento - ANRP)
-Prof. Valter Merazzi (Direttore Istituto Storia Contemporanea di Como)
con la presenza del Dott. Raimondo Finati e del dott. Michele Montagano, ex internati militari nei lager nazisti (IMI),
recatasi a Berlino nei giorni 9 e 10 ottobre 2001, in vista della riunione del Kuratorium della Fondazione "Memoria, responsabilitaŽe futuro", istituita con legge della Repubblica Federale Tedesca del 12 agosto 2000, con lo scopo di onorare la memoria e indennizzare il lavoro coatto estorto dalla Germania nazista e chiudere con il passato, ha tenuto una conferenza stampa.
Nel corso di detta conferenza la delegazione ha ribadito alcuni punti essenziali concernenti la tutela degli internati militari italiani (IMI) ai fini del loro accesso agli idennizzi previsti da tale legge in relazione alla detenzione degli stessi nei campi di concentramento tedeschi (1943-1945).
I rappresentanti italiani hanno contestato lŽesclusione degli IMI, allo stato attuale, da tali indennizzi rilevando che:
1) Il Governo tedesco ha seguito una procedura insolita per giungere a tale risultato, sia pure affidando ad un giurista particolarmente esperto la questione, ma limitandosi a conformarsi al suo parere senza dare al problema una valutazione autonoma di tipo politico sulla base delle proprie competenze. Tutto cioŽeŽinoltre avvenuto in un periodo di tempo durante il quale eŽancora possibile presentare le domande relative a tale risarcimento essendo stato prorogato il termine al 31 dicembre 2001.
2) Sotto il profilo dei contenuti la delegazione, pur riconoscendo allŽesperto prescelto dal Governo tedesco la dovuta competenza, contesta lŽutilizzo in modo unilaterale di alcuni dati storici, noncheŽlŽassunzione di posizioni assiomatiche, non sempre difendibili sotto lŽaspetto giuridico: posizioni suscettibili di contestazioni, sostenute da argomentazioni deboli e non adeguate al periodo storico considerato, applicando, tra lŽaltro, a quella data norme internazionali univocamente affermatesi solo in epoca recente.
CioŽposto, la delegazione si rivolge al Governo tedesco affincheŽriveda la posizione assunta e, conformemente alla prassi ovunque seguita in casi consimili, nomini una Commissione eventualmente composta dal proprio esperto, dallŽesperto della delegazione italiana e da altro esperto indipendente allo scopo di valutare con obiettivitaŽil problema che in realtaŽ il giudizio dei maggiori storici, anche tedeschi, ha giaŽrisolto a favore degli IMI.
In relazione al numero delle domande presentate in Italia fino ad oggi, la delegazione rileva che il numero degli aventi concretamente titolo allŽindennizzo, una volta svolti i dovuti accertamenti sulla legittimitaŽ delle richieste, saraŽmolto inferiore alle 90.000 presentate fino ad oggi.
La delegazione italiana auspica che la soluzione proposta venga fatta propria dal Governo tedesco anche per sanare le ferite giaŽrimarginate che invece proprio la citata legge tedesca ha riaperto in quanti non hanno ottenuto alcun riconoscimento fino ad oggi per lŽingiusta detenzione subita non giaŽcome prigionieri di guerra, ma come schiavi lavoratori.

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