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PRESENTAZIONE DELL'ISTITUTO
L'8 settembre 1943 l'esercito italiano (cioè i
resti del Regio Esercito dopo le colossali perdite nelle due campagne
di Russia, nei Balcani, in Grecia e nell'Egeo, in Tunisia e in Libia)
fu disarmato dai tedeschi e trasportato in Germania, tranne alcuni reparti
di Camicie Nere che rimasero al loro fianco.
I tedeschi non avevano accettato volentieri l'alleanza con l'Italia pur
rispettando l'ammirazione del Führer per il modello "Mussolini".
Himmler, Goering, Goebbels, la Gestapo, lo Stato Maggiore paventavano
prima o dopo l'uscita italiana dal conflitto, cioè la ripetizione
del tradimento come nella prima guerra mondiale. Tutta la documentazione
italiana venne rapinata, gente insensata assaltò Palazzo Vidoni
a Roma e spaccò tutto l'archivio fotografico del partito fascista.
Alla fine della guerra la situazione era questa: non avevamo nessun dato
su ciò che era avvenuto.
In questa atmosfera di squallore nacque la necessità di documentare
il meglio possibile ciò che era successo prima e dopo l'occupazione
tedesca.
Questo è il significato della Storia del Movimento di Liberazione,
strutturato prima su un Istituto Nazionale con sede a Milano e costellato
di un grosso gruppo di Istituti locali, associati al primo. Ognuno, si
mise al lavoro, costituito principalmente dalla raccolta di documenti.
"Li trovavo anche per strada, li toglievo dai muri, li portavo via
dagli uffici" racconta Giusto Perretta. Era tornato dalla prigionia
(5 anni) in India, non sapeva niente di cosa fosse avvenuto in Italia.
Venticinque anni fa riunì un gruppo di persone intelligenti e di
varia ideologia e fondò l'Istituto di Como, che ora si trova nella
sede di via Brambilla 39.
La sua storia è una storia di difficoltà, che continuano
ancora, perché questo ente culturale che aveva raccolto una documentazione
preziosa della fine del fascismo risultava anomalo, oggetto di feroci
pregiudizi, sembrava il braccio di manovra di qualche partito. Si andò
avanti lo stesso perché la cultura non ammette pause. Nacque sulle
rive del lago di Como il monumento della Resistenza Europea inaugurato
dal Presidente della Repubblica, on. Sandro Pertini. Nacque qualcosa d'altro:
la necessità di dare all'Istituto un respiro più ampio,
europeo, anzi mondiale - corrispondiamo anche con l'America - perché
questo è il mondo in cui viviamo, burrascoso e sempre nuovo. Fu
di nuovo Perretta a volere questa modifica, anche andando incontro al
"no" di molti che la giudicavano tradimento della Resistenza.
Il cambiamento fu operato dal presidente Ricciotti Lazzero con l'aiuto
di collaboratori preziosi, come il direttore prof. Valter Merazzi.
L'istituto s'intitola al nome di un martire del 1944, il padre di Giusto
Perretta, magistrato coraggioso e ucciso per la sua attività a
Milano.
L'istituto ha ora una valenza culturale e documentaria incommensurabile:
è un ente di frontiera che opera correntemente con la Germania
e con la Svizzera, ha raccolto 13000 memorie degli internati militari
italiani nei lager, video-registra le voci dei sopravvissuti. Queste memorie
vengono esaminate e classificate una per una e riportano in primo piano
una nostra storia deI 1943-45 che non conosciamo e che riproponiamo agli
storici.
Siamo orgogliosi di tutto questo e chiediamo alle autorità culturali
comasche di riconoscere con un aiuto questo tesoro che è cresciuto
nelle loro mani.
Como, 26 ottobre 2002 Ricciotti Lazzero
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