Il Settimanale della Diocesi di Como, Sabato 12 gennaio 2013
Istituto di storia contemporanea di Salvatore Couchoud
"La storia non è mai una cosa fredda e libresca, ma è fatta di uomini e di donna, di sangue e di fatiche", rammenta agli immemori e agli insensibili un comunicato a cure dell'Istituto di Storia Contemporanea "Perretta" di via Brambilla, a Como, impegnato dagli anni'80 nel delicato compito di sottrarre all'oblio momenti e protagonisti delle antiche cronache che hanno fatto la soria di Como, e più che mai attivo sul fronte dell'intermediazione tra un passato che non deve passare e un presente che, a quel passato, ha necessità di agganciarsi e annodarsi.
Se non altro, per avere un futuro più consapevole e meno denso di incognite.
Una mappa della memoria tutta lariana, tale da consentire a ogni cittadino di ripercorrere agevolmente - e fisicamente - gli spazi storicamente premianti del centro urbano e relativamente al triennio 1943 - 1945, è reso disponibile dall'Istituto per illustrare i luoghi, strutturalmente circoscritti e riconoscibili ma nello stesso tempo anche sovraccarichi di valenze simboliche, che recitarono un ruolo determinante per la storia cittadina di quegli anni : dall'asse ferroviario delle Nord, che ospitò un irripetibile pendolarismo che vide affiancati camicie neree sfollati, partigiani e contrabbandieri, residenti abituali e tutori dell'ordine, alla navigazione su battello; alla Casa del Fascio alle fabbriche degli scioperi; dalle caserme della Guardia Nazionale Repubblicana agli ospedali deputati all'accoglienza delle vittime e dei feriti.
Una mappa che torna assai utile, a quello stesso Istituto, in occasione della Giornata della Memoria che cadrà, come ogni anno, il 27 gennaio (data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz), per proseguire quel secondo dialogo con le scolaresche che è già stato intrecciato da alcuni anni a questa parte, e che si spera continuerà a dare i suoi frutti come è avvenuto nelle scorse edizioni.
<<Quella che proponiamo è un'iniziativa articolata in tre progetti rivolti alle scuole - precisa la direttrice dell'Istituto Patrizia Di Giuseppe - rappresentati rispettivamente da un ciclo di lezioni sulla Deportazione Femminile riservato agli studenti degli Istituti secondari Pessina di Appiano, Pessina di Como e Teresa Ciceri di Como; da una mostra denominata "I disegni dei bambini di Terezin" e indirizzata agli allievi degli istituti Ripamonti, Magistri Comacini e ancora Teresa Ciceri, e infine una rievocazione del confine orientale dell'impere Austroungarico curata dal prof Robarto Spazzali dell'Università di Trieste, dedicata agli alunni del Magistri Comacini e del Liceo Giovio.
Se i risultati saranno in linea con le precedenti esperienze, il successo sarà assicurato anche quest'anno.
Non è vero infatti che nostri ragazzi sono distratti e poco attenti alle tematiche storiografiche, come spesso erroneamente suppongono gli stessi insegnanti.
Non a caso abbiamo sempre incontrato un vivo interesse anche verso gli istituti professionali, che in teoria dovrebbero essere i più "refrattari" verso determinate sollecitazioni .
In molti casi la guerra è ancora una piaga aperta persino per chi si affaccia in questo momento alla vita e ne ha conoscenza indiretta attraverso i racconti e le testimoniante di nonni e genitori.
Sono questi i riscontri che ci stimolano a proseguire con impegno ancora maggiore nella direzione che abbiamo da tempo intrapresa.
Attualmente abbiamo in preparazione altri progetti didattici che sicuramente riceveranno l'approvazione studentesca tra cui un'analisi-riflessione sulla Costituzione Europea e un laboratorio storico sull'Italia del bum economico.
Le note dolenti vengono per noi non dai contatti con le scuole, ma dalla modestissima conoscenza da parte della città del ricchissimo patrimonio arichivistico e librario dell'Istituto (oltre 20 mila volumi solo sull'argomento bellico) che è ancora in attesa di riscoperta e valorizzaizone la sfida è far conoscere e mettere in circolazione questo immenso e pregiato materiale: solo quando avremo vinto questa battaglia potremo dire di aver assolto il nostro compito per intero>>.
Anche perchè, non lo si ripeterà mai a sufficienza, studiare la scuola è un'esercizio assai meno peregrino di quanto comunemente si pensi oltre che suggestivo e di estrema utilità.
Perchè - sembrerà una banalità ma non lo è, - un popolo senza memoria è come un albero senza radici che non sa sa dove viene né dove sarà possibile andare.