I presidenti
Giordano Azzi
Nasce a Como il 6 marzo 1910. Figlio di un artigiano militante socialista, grazie ad una borsa di studio si laurea a Milano in ingegneria elettrotecnica. Svolge la sua attività lavorativa nel campo dei servizi di pubblico trasporto, divenendo nel tempo direttore generale della STECAV, della Navigazione del Lago di Como e delle Ferrovie Nord Milano. Nel 1941 è tra i promotori della "Lega insurrezionale Italia Libera", che raggruppa antifascisti del mondo laico.
Dopo l'8 settembre 1943 diviene segretario del Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria di Como e attivo membro del C.L.N. clandestino. Ricercato dalle Brigate nere, ripara in territorio elvetico e per rappresaglia sua moglie viene arrestata. Alla fine del conflitto riprende l'attività professionale, alternandola all'impegno politico e dedicandosi alla cosa pubblica: Da ricordare in particolare la sua appassionata dedizione alla diffusione dell'esperanto e la sua attività di poeta dialettale. Negli anni '60 torna all'insegnamento della matematica al Setificio. Presidente dell'Istituto Comasco di Storia del Movimento di Liberazione sino al 1994, muore il 1° luglio 2002.
Giusto Perretta
Nasce a Napoli il 5 luglio 1919; giunge con la famiglia a Como nel 1921. Diplomatosi perito edile, nel 1938 viene chiamato alle armi e destinato ad Homas (Tripolitania) nella Divisione "Sirte"; partecipa quale Tenente di artiglieria contraerea con il Gruppo Divisioni Libiche all'avanzata su Sidi El Barrani. E' catturato nel dicembre del 1940 nel corso della controffensiva inglese e trattenuto quale prigioniero di guerra in India. Nel 1941 perde il fratello Fortunato, caduto sul fronte greco-albanese, nel 1944 il padre Pier Amato; l'8 settembre 1943 è deportato in Germania e internato per due anni l'altro fratello, Lucio, Tenente dei Granatieri di Sardegna.
Rientrato a Como nel 1946, Perretta svolge l'attività lavorativa in città, poi a Milano nel settore della Cooperazione come Vice Presidente della Coop Lombardia dedicandosi nello stesso tempo all'impegno civile e politico; è Segretario quindi Presidente dell'ANPI e Consigliere provinciale per una legislatura. Da membro dell'Istituto Lombardo del Movimento di Liberazione, nel 1977 promuove la fondazione dell'omonimo Istituto Comasco, del quale ricopre la carica di Direttore fino al 1994, poi quella di Presidente fino all'aprile del 1997. E' autore di numerosi studi di storia locale su Resistenza e Cooperazione.
Gioachino Rigamonti
Nasce a Menaggio l' 8 settembre 1931, ma risiede a Como da vari decenni. E' laureato in Scienze Politiche. Dopo la laurea è entrato alle dipendenze dell'Amministrazione Provinciale di Como.
E' stato segretario dell'Ente Villa Monastero di Varenna e successivamente componente della segreteria organizzativa, con nomina del Presidente del C.N.R. Per questa sua attività il Comune di Varenna lo ha nominato cittadino onorario, nel 1992.
Nel 1978 viene incaricato dal presidente dell'Amministrazione Provinciale di dar vita all'Ufficio Cultura e successivamente ne diventa il dirigente, fino al 1996.
Negli anni '60 è consigliere e poi assessore anziano del Comune di Menaggio, ricoprendo significative cariche pubbliche nel settore del turismo e della cultura. Cavaliere della Repubblica dal 1971. Socio fondatore e consigliere del Centro Studi Storici della Val Menaggio; curatore della rivista "Communitas". Già consigliere della Società Storica Comense e della Famiglia Comasca.
Nel 1998 ha ricevuto il diploma di benemerenza dall'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda.
Attualmente si dedica alla ricerca storica del territorio nel XX secolo, con attenzione al periodo della Resistenza. Ha ricoperto la carica di Presidente nel 1997.
Ricciotti Lazzero
Nasce a Trieste il 1° settembre 1921 e si laurea in Lingua e Letteratura Straniera moderna a Torino. Sottotenente di fanteria, partecipa alla campagna di Russia ed è comandante di un caposaldo sul Don. Rientrato in Italia dopo la disfatta, in seguito agli eventi del settembre 1943, si associa ai Partigiani piemontesi della VIII Divisione Autonoma Vallorco e della VI Divisione alpina Giustizia e Libertà "Mario Costa".
Al termine del conflitto inizia l'attività giornalistica, che pratica per molti anni presso "La Stampa", "Epoca", "Il Corriere della Sera", "La Gazzetta Ticinese", con un'attività decennale di inviato speciale. Ha collaborato nel contempo con riviste e periodici nazionali, è stato direttore del mensile "La Bora" di Trieste. E' stato consigliere di Piero Savoretti per la realizzazione della fabbrica automobilistica di Togliattigrad. E' collaboratore da oltre 40 anni di Simon Wiesenthal. Si è dedicato a intensi studi storici sulle forze armate della Rsi e sul Partito fascista, sulla deportazione sfociati in numerose pubblicazioni. In particolare ricordiamo "Il sacco d'Italia" e "Gli schiavi di Hitler" , punto di partenza per il suo impegno a livello internazionale in difesa dei diritti dei lavoratori coatti nella Germania nazista. Dal 1998 è Presidente dell'Istituto.
Ricciotti Lazzero è venuto a mancare il 16 dicembre 2002.